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Un attentato alla qualità di cura delle persone con diabete della Lombardia

Dubbio in LombardiaIn queste ultime settimane c’è stato tentativo di limitare la libertà dei diabetici lombardi: si parla della possibilità di curarsi nel modo più opportuno ed adatto alle proprie esigenze.

Tutto è iniziato quando alcune ASL della Lombardia hanno indetto un bando della durata di 4 anni per i dispositivi di autocontrollo della glicemia, i glucometri. L’unico criterio per l’assegnazione dei vincitori di tale bando sarà il costo. Cioè vinceranno i prodotti che semplicemente costeranno di meno, senza preoccuparsi della qualità dell’apparecchio, l’attendibilità della misura della glicemia, la dolorosità dell’operazione e la praticità di utilizzo. Questo criterio verrà esteso a tutte le ASL della Regione Lombardia grazie ad una delibera della Giunta, e successivamente anche a livello nazionale: per le 500.000 persone con diabete lombarde ed i 3 milioni di italiani diabetici la qualità di vita e di cura sarà pesantemente compromessa.

Dunque per 4 anni la fornitura dei presidi, come le strisce reattive per la glicemia ed i pungidito, sarà bloccata da tale bando: i pazienti ed i diabetologi non potranno più scegliere l’apparecchio migliore o più adatto al proprio stile di vita, ma verrà loro imposto il solo dispositivo più conveniente. Non solo: questo bloccherà di fatto l’innovazione e la ricerca tecnologica nel campo di dispositivi migliori. Bisogna inoltre notare che questa decisione è in netto contrasto con i principi del Manifesto delle Persone con Diabete recentemente siglato e con la legge 115/87.

Appena la notizia si è diffusa, tutte le associazioni lombarde dei pazienti con diabete si sono subito mobilitate in modo unitario, di fronte ad una indignazione generale nei confronti di questa decisione della Regione Lombardia. Tutto questo ha scatenato perfino una interrogazione parlamentare al Ministro della Salute. Dal confronto che ne è scaturito sembra essere stato raggiunto un primo risultato: le parti coinvolte (ASL ed associazioni) si sono accordate nel sospendere il bando attuale e nel rivedere i criteri di assegnazione di tale bando, includendo ad esempio anche la qualità. Ma non c’è ancora nulla di definitivo, e si attendono sviluppi: non bisogna mai abbassare la guardia.

Certo, questa è una grande vittoria per l’associazionismo ed il volontariato, a cui vanno i complimenti per questo passo in avanti nella risoluzione del problema, confermando inoltre che uniti si possono vincere queste battaglie. Rimane tuttavia lo sgomento per questo vero e proprio attentato, conseguenza di una eccessivamente fredda gestione manageriale della sanità pubblica. Forse bisognerebbe far capire ai nostri amministratori che una valutazione meramente economica può avere pesanti ricadute sulla vita quotidiana e sulla gestione della malattia: la salute delle persone non può essere messa in discussione, la vita non ha prezzo.

Col diabete contro tutti, in bici e nel triathlon: due gare a maggio

Simone alla partenza della granfondo di Reggio Emilia

Simone alla partenza della granfondo di Reggio Emilia

Il diabete: per molti è un handicap, un fattore limitante nella vita quotidiana. Figuriamoci nello sport, ed ancor di più nelle competizioni agonistiche. Ma questo è solo un altro dei tanti pregiudizi che avvolgono il mondo del diabete, con la visione distorta che ne ha la popolazione. Pregiudizi che non risparmiano nemmeno molte fra le stesse persone con diabete, e perfino molti dottori e diabetologi.

Sono pregiudizi, appunto, che vanno sfatati. Ultimamente in molti si danno da fare per combattere questi preconcetti: anche lo sport può contribuire a questo.

Io cerco di sfruttare la mia passione per lo sport, ed in particolare per la bicicletta, per cercare di fare qualcosa di buono, di utile anche per gli altri, supportando la causa del diabete. In questo percorso ho incontrato tante altri atleti con diabete come me, ad esempio i ciclisti di Ciclismo&Diabete.

Ecco cosa mi spinge a gareggiare, oltre alla passione ed alla voglia di divertirmi: la voglia di promuovere la persona con diabete nella società, combattendo i pregiudizi, e migliorando il mio stesso autocontrollo metabolico grazie all’attività fisica.

Il gruppo di ciclisti parte alla granfondo di Reggio Emilia

Il gruppo di ciclisti parte alla granfondo di Reggio Emilia

Domenica 10 maggio ho preso parte alla granfondo ciclistica “La Due Passi Matildica” di Reggio Emilia, tesserato con la squadra UC Ceresarese. Per 118km ho pedalato sotto al sole in mezzo ad altri circa 1500 ciclisti senza diabete, affrontando diverse salite impegnative con un dislivello totale di circa 1000m ed attraversando i paesaggi bellissimi dei castelli della contessa Matilde di Canossa. Il tempo che ho impiegato è stato di 3 ore e 45 minuti per una media di 31km/h. E tutto questo portando sulla maglia le scritte Changing Diabetes, così che tutti potessero vedere che il diabete era in mezzo a loro e gareggiava insieme a loro, toccando con mano la normalità delle persone con diabete. Magari ho anche ispirato altri ciclisti con diabete a venire allo scoperto: alcuni purtroppo nascondo la loro condizione per paura o vergogna.

Simone sul traguardo dopo la corsa del triathlon di Piacenza

Simone sul traguardo dopo la corsa del triathlon di Piacenza

Due settimane di riposo ed allenamento mi hanno portato il 24 maggio a Piacenza, prendendo parte alla gara di triathlon sprint, con i colori del CUS Trento. In successione e con continuità le tre discipline sono state: 750m di nuoto in piscina olimpionica, 20km di bici praticamente pianeggianti e 5km di corsa sotto un sole cocente di mezzogiorno a più di 30 gradi di temperatura. Il tutto in 1 ora e 8 minuti. Anche in questa disciplina, che sembra così estrema e riservata a “super-uomini”, ho voluto portare avanti la mia sfida col diabete.

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